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      Il giorno seguente, desiderando di vedere come cavalcava questo popolo e che ordine teneva nelle sue cose, viddi tante e tanto mirabil cose che reputo che, volendo scrivere di passo in passo quello ch'io potria, farei un gran volume. Giugnemmo dov'era l'alloggiamento di questo signore, il quale trovai sotto un padiglione, e d'ogn'intorno genti innumerabili, delle quali quelli che volevano audienzia erano inginocchioni, tutti separati l'uno dall'altro, e mettevano l'arme sue lontane dal signore un tratto di pietra: a qualcuno de' quali il signore parlava, e domandando quel ch'esso voleva, tuttavia gli faceva atto con la mano che si levasse; levavasi e veniva piú avanti, lontano però da lui per otto passa, e di nuovo s'inginocchiava e domandava quello che a lui piaceva. E cosí si faceva per insino che si dava audienzia.
     
     
      In che modo si faccia ragione nel campo. Gli uomini da fatti come s'espongano a' pericoli. Come quarantacinque Tartari andarono ad assalir cento cavalli de' Circassi, ch'erano nascosi in un bosco per far correrie, e molti di quelli ammazzarono e gran parte ne presero.
      Cap. 6.
     
      La ragione si fa per tutt'il campo alla sproveduta, e fassi a questo modo. Quando un ha da fare con un altro di qualche differenza, altercandosi con esso di parole, non però al modo che fanno questi di qua ma con poca ingiuria, si levano ambidui, e, se piú fussero, tutti; e vanno a una via dove meglio gli pare, e al primo che truovano il quale sia di qualche condizione dicono: «Signore, fanne ragione, perché siamo differenti»; ed egli subito si ferma e ode quello che dicono, e poi delibera quello gli pare senz'altra scrittura, e di quello che ha deliberato niuno parla.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





Tartari Circassi