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      E andando nella mandra si dice al venditore che si vuol cento cavalli di questi, ed esso ha una mazza con un laccio in capo, ed è tant'atto a quest'esercizio che, tanto tosto che colui che compra gli ha detto: «Pigliami questo, pigliami quello», gli ha messo il laccio in capo e l'ha tirato fuori degli altri e messo in disparte: e in questo modo ne piglia quanti e quali egli vuole. M'è avvenuto scontrare in viaggio de' mercanti, i quali menano questi cavalli in tanto numero che cuoprono le campagne, e par cosa mirabile. Il paese non produce cavalli troppo da conto: sono piccioli, hanno la pancia grande, non mangiano biada, e quando che gli conducono in Persia la maggior laude che gli possano dare è che mangiano biada, imperoché, se non ne mangiano, non possono portar la fatica al bisogno. La seconda sorte d'animali ch'hanno sono buoi bellissimi e grandi, in tanto numero che satisfanno eziandio alle beccarie d'Italia: e vengono alla via di Polonia, e di lí per la Valacchia in Transilvania, e poi in Alemagna, dalla qual s'indrizzano in Italia. Portano in quel paese li buoi soma e basti, quando se n'ha di bisogno. La terza sorte d'animali ch'hanno sono cameli da due gobbe per uno, grandi e pelosi, i quali si conducono in Persia e si vendono ducati 25 l'uno, imperoché quelli di levante hanno una gobba sola e sono piccioli, e si vendono ducati dieci l'uno. La quarta sorte d'animali sono castroni grossissimi e alti in gambe, con un pelo longo, i quali hanno code che pesano 12 libre l'una: e tal n'ho veduto che si strascina una ruota dietro tenendo la coda sopra, quando per piacere qualcuno gliela liga.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





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