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      Il modo che servano in questo passare è che quei ch'hanno il potere mandano de' loro avanti, e fanno far zattere di legnami secchi, de' quali appresso li fiumi ne sono boschi assai; fanno eziandio far fasci di canne e di pavera, e mettono detti fasci sotto le zattere e sotto li carri: e a questo modo passano, tirando li cavalli che nuotano dette zattere e carri, i quali cavalli sono aiutati da alcuni uomini nudi.
      Io circa un mese dopo, navigando pel fiume verso certe peschiere, mi scontrai in tante zattere e fascine che venivano a seconda (le quali erano state lasciate da costoro) ch'appena potevamo passare, e viddi oltre di questo per le rive di quei luoghi tant'altre zattere e fascine che mi facevano stupire. Giunti che fussimo alle peschiere, trovammo che in quei luoghi avevano fatto peggio che a quelli de' quali ho scritto di sopra.
     
     
      Come Edelmug, cognato dell'imperatore, menò un suo figliuolo a messer Iosafa e dettegli quello in figliuolo. Come esso messer Iosafa liberò in Venezia due Tartari ch'erano schiavi, uno de' quali per longhissimo tempo avanti aveva anco liberato dal fuoco, ritrovandosi allora nella Tana.
      Cap. 9.
     
      In quel tempo (per non mi dimenticar degli amici) Edelmug, cognato dell'imperatore, ritornato per passar il fiume (com'abbiamo detto di sopra), venne alla Tana e menommi un suo figliuolo, e subito m'abbracciò e disse: «Io t'ho portato questo figliuolo, e voglio che sia tuo». E incontinente trasse di dosso a detto figliuolo uno subbo ch'egli avea e messelo indosso a me, e mi portò a donar otto teste di nazion rossiana, dicendomi: «Questa è la parte della preda ch'io ho avuta in Rossia». Stette due giorni meco, ed ebbe da me all'incontro presenti convenienti.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





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