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      Nell'uscire della porta ch'è verso levante, per una strada lontana un trar d'arco dal castello, si truovano arche di marmi d'un pezzo, buona parte delle quali sono rotte da un capo: e queste sono sí da uno come dall'altro canto della strada, e durano insino a una certa chiesa mezo miglio distante, la qual mostra essere stata assai grande, e ben lavorata di colonne di marmo grosse e d'altri eccellenti lavori. I luoghi circonstanti al castello sono montuosi e sassosi, simili a quelli dell'Istria, abitati per quel tempo da gente del signor Caraman. Vi nasce frumento assai e gottoni, e vi è gran copia di bestiame, spezialmente di buoi e cavalli, e vi sono frutti perfettissimi di piú sorte. L'aere, per quel ch'io viddi, è molto temperato; di presente non so come si stia, imperoché sono stati distrutti dall'Ottomano. A costa della marina sono due castelli: il sopradetto Sigi, edificato sopra un monte, e un altro, i quali sono fortissimi. Il primo è lontano dal mare un trar d'arco, l'altro è lontano da questo miglia sei, ed è posto appresso il mare ed è assai forte.
      Partendo dal Curcho e andando verso maestro, 10 miglia lontano si trova Seleuca, cioè Seleuzia, che è lontana dal mare cinque miglia, la quale è in cima d'un monte sotto il quale passa un fiume, appresso li antichi Calycadnus, che mette in mare appresso il Curcho, simile di grandezza alla Brenta. Appresso questo monte è un teatro, nel modo di quel di Verona, molto grande, circondato di colonne d'un pezzo, con li suoi gradi intorno.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





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