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      D'un nobilissimo presente mandato da un signor dell'India al signor Assambei.
      Cap. 10.
     
      Finita la festa, io fui condotto al signore nel luogo detto di sopra, e fui fatto sedere in luogo onorato. E sedendo tutti quelli che potevano sedere in questa loggia, e gli altri secondo le lor condizioni, in su tapeti alla moresca, furon messi mantili attorno su ne' tapeti, e avanti di ciascheduno fu posto un bacil d'argento, nel quale era una inghistara di vino e uno ramin d'acqua e una tazza, tutte d'argento. Vennero in questo mezo alcuni con certi animali che erano stati mandati da un signor d'India, il primo dei quali fu una leonza in catena, menata da uno che aveva pratica di simil cose, la quale, in suo linguaggio chiamata baburth, è simile a una leonessa, ma ha il pelo vermiglio, vergato tutto di verghe negre per traverso; ha la faccia rossa con tacche bianche e negre, il ventre bianco, la coda simile a quella d'un leone; mostra d'esser bestia molto feroce. Poi fu condotto un leone e messo con la leonza un poco da largo, e subito la leonza si messe guatta per voler saltar, come fanno le gatte, adosso al leone: se non che colui il qual l'aveva a mano la tirò da lontano. Furono poi menati due elefanti, i quali, quando furono per mezo il signore, a certa parola che gli disse colui che gli menava guardarono il detto signore abbassando la testa con una certa gravità, come se gli volsero far riverenza. Il maggior di questi fu menato poi a un arbore che era nel giardino, grosso quanto è un uomo a traverso, e dicendo colui che l'aveva in catena certa parole, mise la testa al detto arbore e dettegli alcune scoriate, poi si voltò all'altra parte e fece il simile, in modo che lo cavò.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





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