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      Fu menata poi una zirafa, la quale essi chiamano zirnafa, over giraffa, animale alto in gambe quanto un gran cavallo e piú: ha le gambe di dietro mezo piè piú corte di quello che sono quelle davanti; ha l'unghia fessa come il bue; ha il pelo quasi pavonazzo; per tutta la pelle sono quadri negri, grandi e piccoli secondo il luogo; il ventre è bianco, con un pelo assai longhetto; la coda ha pochi peli, come la coda dell'asino; ha corna piccole, simili a quelle d'un capriuolo; ha il collo lungo un passo e piú; ha la lingua lunga un braccio, pavonazza e tonda come una anguilla: tira con la lingua erba e rami dall'arbore che ha da mangiare, con tanta prestezza che a mala pena si vede. La testa è simile a quella d'un cervo, ma piú polita, con la quale stando in terra giugne alto 15 piedi; ha il petto piú largo che un cavallo, ma la groppa stretta come quella d'un asino; mostra d'essere animal bellissimo, non però da portar pesi. Dopo questo furono portati in tre gabbie tre para di colombi bianchi e negri, simili alli nostri, eccetto ch'aveano il collo un poco lungo, a similitudine dell'oca: delli quali credo che in quel luogo ne sia gran penuria, perché altramente non gli averian portati. Dietro a questi furon portati tre papagalli dal becco grande, di diversi colori, e due gatti di quelli che fanno il zibetto.
      Io mi levai poi, e andai in una camera dove mi fu dato da mangiare; mangiato che ebbi, colui che era sopra li ambasciatori mi dette licenzia, e dissemi ch'io andassi nella buon'ora.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136