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      Il dí seguente fui da esso, e fecemi andar da presso e disse: «Io voglio che tu abbi un poco di tanfaruzo», e dettemi in mano un camaino della grandezza di un marcello, nel quale era scolpita una testa di donna molto bella, con capelli di dietro e con una ghirlandetta attorno. E dissemi: «Guarda, è questa Maria?» Risposi di no, ed esso replicò: «Mo, chi è ella?» E io gli dissi che era figura di qualcuna delle dee antique che adoravano i burpares, cioè gl'idolatri. Dimandommi come io lo sapeva, e io risposi che la conosceva, imperoché questi lavori furon fatti avanti l'avvenimento di Giesú Cristo. Scorlò un poco la testa e non disse altro. Poi mi mostrò tre diamanti, uno di caratti 30, di sotto e di sopra nettissimo, gli altri di caratti 10 in 12, tutti in punta, e dissemi: «Sonvi di sí fatte gioie da voi?» E dicendogli io di no, tolse in mano un mazzo di perle di fili 40, in ciascuno dei quali erano perle 30, di caratti cinque in sei l'una, la metà di esse tonde e belle, il resto da gioiellar, non disconce. Poi fece mettere in un bacile d'argento circa perle 40, simili a peri e zucche, di caratti 8 in 12 l'una tutte, non forate e di color bellissime, e soggiunse cosí ridendo: «Io te ne mostraria una soma». Questo fu a una festa di notte, secondo la loro usanza, che fu alla circuncisione di due suoi figliuoli.
     
     
      Li ricchi padiglioni che furono mostrati a messer Iosafa, e li vestimenti e selle ch'erano in due di quelli per donar via. D'una eccellente collazione portata avanti il signore, e d'una solenne festa per lui fatta; li giuochi che v'intravennero, e che pregi furon dati a' giuocatori.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





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