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      Ma, per le guerre le quali erano in quelle parti, non mi bastò l'animo di seguire il cammino, onde mi fu necessario di mutare il pensiero e ritornare a Tauris, la qual cosa fu del 1478.
      Tornato ch'io fui ivi, ritrovai il signor Assambei infermo, il quale la notte dell'Epifania morí. Aveva quattro figliuoli, tre d'una madre e uno d'un'altra: quell'istessa notte li tre fratelli uterini fecero strangolare il quarto, che non era uterino, giovane di venti anni, e fra lor tre partirono la signoria; dapoi il secondo fratello fece ammazzare il maggiore, e rimase lui signore, di modo che signoreggia fino al presente. Essendo le cose tutte in combustione, io, che avevo avuto buona licenzia dal padre, e dai figliuoli vivendo il padre, mi accompagnai con uno Armeno, il quale andava in Arsengan, dove egli abitava. Menai con me un garzon schiavone, il qual solo mi restava di tutti quelli ch'io avevo menati con me in quel paese. Mi vesti' dei drappi che io avevo poveri e miserabili, e cavalcammo di continuo con celerità, per il dubbio che avevamo delle novità, le quali sogliono accadere quando muoiono simili signori. A' 29 d'aprile giungemmo in Arsengan, nel qual luogo stetti circa un mese, aspettando una caravana che andava in Aleppo. Partendo da questo luogo ritrovammo Cimis Casseg, Arapchir, che sono castellucci. Poi giungemmo ad una città nominata Malathia, la quale è buona e mercantesca, da Arsengan alla quale sono montagne e valli assai, e vie petrose e cattive: vero è che pur si ritrovano alcuni casali e luoghi abitati, ma non molti.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





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