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      Eranvi di quelli che volevano ch'io andassi per la Soria, ma non volsi in modo alcuno, e mi ristorai alquanto nel detto luogo del Fasso.
      Adí X settembre 1475 montammo a cavallo e, fatto circa due miglia de' nostri, per la gran debolezza non era possibile cavalcare, onde fui posto in terra da cavallo; e, riposato alquanto, tornammo in casa della detta donna Marta, dove stemmo fin adí 17. E fortificati alquanto, col nome del nostro Signor Dio, montammo a cavallo per seguir il viaggio deliberato per noi. Nel detto luogo del Fasso si trovava un Greco che sapeva la lingua mengrelia, il quale tolsi per mia guida, e mi fece mille assassinamenti, che a narrarli saria cosa pietosa.
     
     
      Il clarissimo ambasciador si parte dal Fasso e, tornando per la Mengrelia e Giorgiania, va nella Media e passa il mar di Bachau, cioè Caspio, e perviene in Tartaria.
      Cap. 6.
     
      Adí 17 montammo a cavallo, com'è detto, ritornando per la Mengrelia con qualche travaglio.
      Adí 21 fummo in Cotatis, e la detta guida movendomi garbugli, mi fu forza dargli comiato col miglior modo ch'io potei. Stemmo nel detto loco fino adí 24, sí per non mi sentir bene, come per aspettar qualche compagnia; e finalmente ci accompagnammo con alcuni pochi, li quali non conoscevamo né intendevamo, per certe montagne, ma non senza paura, fino a' 30, che giungemmo in Tiflis, e dismontai piú morto che vivo in una chiesa di un Armeno catolico, dal qual certo con molti altri avemmo buona compagnia. Il detto prete aveva un figliuolo, al qual per nostra sorte venne la peste, perché quell'anno era stata grande nel detto luogo; ed essendosi li miei mescolati con lui, l'appiccò a un Mafeo da Bergamo mio servitore, il qual mi attendeva, e per due giorni, avendola, di continuo mi stette a torno: si buttò poi giuso dov'esso dormiva e, discoperto questo male, fui consigliato che mi levassi di lí, onde, fatto netto il meglio si poté un luogo ove la notte stavan le vacche, mi fu acconcio con un poco di fieno, dove fui messo a riposare per la gran debolezza ch'avevo.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





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