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      Adí 14 la mattina, che fu il giorno di Pasqua, stando sul detto canneto con qualche poco di canne, ma con gran freddo, non avevamo con che far Pasqua salvo che con butiro; ma uno de' famigli del detto Marco, camminando per lo scoglio, trovò 9 uova di anetra e appresentolle al suo padrone, che fece far una frittata con butiro e appresentonne un pezzetto per uno: e con quello facemmo Pasqua, che fu molto bella, ringraziando sempre Iddio. Fra lor molte volte dimandavano chi io era, e avevamo deliberato col detto Marco farmi da medico, dicendo che io fui figliuolo d'uno medico servidor della despina che fu figlia del dispote Thoma, mandata da Roma per moglie del duca di Moscovia: e come povero e servidor della detta, andavo a trovare il detto duca e la despina per cercar la ventura. Ed essendo a uno de' marinari venuto un brusco over fumirolo sotto il scaio, mi dimandò consiglio, onde io, ritrovato un poco d'olio, pane e farina ch'era in barca, feci uno impiastro e glielo misi sopra il brusco: e volse la fortuna che in tre giorni si ruppe e fu guarito, per la qual cosa dicevano che io era un perfetto medico, confortandomi a voler rimaner con loro. Ma Marco mi scusò per non aver io cosa alcuna, né questo poter esser, ma che, giunto in Rossia, stato che vi fussi qualche poco di tempo, ritorneria lí.
     
     
      Il clarissimo ambasciadore navigando il mar Caspio arriva a Citracan, città de' Tartari, e da' Tartari gli vengon fatte molte paure, e finalmente si parte con la caravana per andar in Moscovia.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





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