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      Il qual Costantino, non avendo altra speranza di poter scampare, accettò la condizione. Cosí fu liberato, astretto prima però con giuramento grandissimo; ma quantunque ad esso campi, possessioni e altri beni, secondo la condizione sua, gli fossero dati dalli Moscoviti, nondimeno non potettero però con questi tali doni grandi placarlo e ritenerlo nel regno, che egli, alla prima occasione della morte del suo primo signore mosso, per selve e per boschi inaccessibili a quello non ritornasse. Alessandro, re di Polonia e granduca della Litwania, il quale piú presto si allegrava della perpetua pace che della guerra, lasciate tutte le provincie e li castelli da' Moscoviti occupati, e solamente della liberazione de' suoi contentandosi, col suocero fece pace. Questo Giovanni, figliuolo di Basilio, fu tanto fortunato che in guerra li Nowogardensi appresso il fiume Scholona superò, e cosí vinti, con patti e condizioni gli costrinse che esso per lor principe e signore conoscessero; e dapoi, riconoscendogli di gran quantità di danari e lasciatogli nel paese un suo locotenente, indi partissi. Al qual luogo poi di lí a sett'anni vi ritornò, con aiuto dell'arcivescovo Theofilo entrò nella città, e gli abitatori di quella in misera servitú ridusse, levando a quelli l'oro, l'argento e finalmente tutti que' beni de' cittadini, di modo che, caricati da trecento e piú carra delle facoltà loro, a casa con quelli se ne ritornò.
      Questo dicono che solamente una volta fu presente alla guerra, in quel tempo che i principati di Nowogardia e di Twerensi erano occupati; ma poi nell'altre guerre non era solito ad esservi presente, e nondimeno sempre di tutte le sue imprese la vittoria ne riportava, di modo che quel gran Stefano palatino di Moldavia sovente ne' conviti, facendo menzione d'esso, soleva dire: «Il granduca di Moscovia in casa sedendo e dormendo facilmente accresce il suo imperio, e io ogni giorno combattendo a pena posso difendere i confini dello stato mio». Questo duca Giovanni ordinò che fossero li re di Cassano, e alcuna volta, fatti prigioni, gli riscosse; dalli quali re nondimeno ultimamente, essendo vecchio, con grandissima strage fu profligato e vinto.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





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