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      Oltra di questo, il peccato che nel giorno di sabbato è commesso, piú leggiero giudicano, e per questo manco penitenzia gl'impongono.
      Sono molte cause, e di poco momento, per le quali non sono ricevuti dentro nel tempio: nondimeno, quelli che sono esclusi, il piú delle volte alle porte e alle fenestre del tempio sogliono stare, di dove non manco vedono e odono le cose sacre che se fossero dentro. Colui il quale praticherà con la sua donna, e dopo l'ordinato tempo non si laverà, per quel giorno non arà ardimento d'entrare nel tempio.
     
     
      Della santa communione.
     
      Si communicano sotto l'una e l'altra specie, mischiando il pane col vino, o vero il corpo col sangue; con un cucchiaro il sacerdote piglia dal calice una porzione, e quella porge al communicante. Quante volte fra l'anno alcuno si vuole communicare, pur che sia confessato, gli è concesso; e nondimeno hanno il tempo limitato e ordinato per la festa della santa Pasqua. Alli putti di sett'anni porgono il sacramento, dicendo allora l'uomo peccare. Se il putto fosse infermo, o ver mandasse fuora l'anima e non potesse pigliare il pane consecrato, una goccia del calice se gl'infonda giú per la bocca. Il sacramento per communicare non è consecrato se non allora quando qualcheduno si vuol communicare; per gl'infermi si consacra nel giovedí della settimana santa, e si conserva per tutto l'anno, ma quando è necessità, il sacerdote piglia una certa porzioncella e quella mette nel vino, cosí bene imbevuta e fatta molle la porge all'infermo, e aggiungendovi un pochetto d'acqua tepida.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





Pasqua