Pagina (932/1136)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Non sanno l'uso dell'arteglierie, né sanno con quali si faccia la batteria alle muraglie, e con quali la squadra, o vero l'impeto de' nimici, si rompa. Il che altre volte è intervenuto, e specialmente in quel tempo che si diceva che li Tartari erano per assaltare la Moscovia, percioché il locotenente subito avea comandato che la bombarda grande sotto la porta del castello fosse posta, e di ciò il bombardiere germano rise molto, perché a pena in spazio di tre giorni a tal luogo poteva essere condotta, e già una volta, essendo stata discaricata, aveva rovinata la porta.
      È grandissima la diversità e la varietà degli uomini, sí nelli negocii umani come eziandio nell'arte e modo di guerreggiare: percioché il Moscovito, subito che si mette in fuga, nissun'altra salute spera eccetto quella che dalla fuga dipende; giunto e preso dal nimico, non si difende né gli dimanda perdonanza. Ma il Tartaro, benché sia gettato da cavallo, spogliato di tutte l'armi ed eziandio gravissimamente ferito, nondimeno ancora con le mani, co' piedi e con li denti insino a l'ultimo fiato si difende. Il Turco, vedendosi d'ogni aiuto e speranza privo di poter scampare, supplichevolmente dimanda perdono, e gettate giú l'armi, le mani giunte porge al vittorioso nimico, e spera in tal cattura la vita impetrare.
      In collocare li campi loro, luogo spazioso e grande sogliono eleggere, dove gli uomini piú nobili drizzano i loro padiglioni; ma gli altri di rami d'arbore fanno come un arco o vero cappannetta in terra, e la cuoprono, accioché dentro ascondano le selle, gli archi e altre armi di quella sorte, e che dalla pioggia difendere si possano.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





Tartari Moscovia Moscovito Tartaro Turco