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      E quando il principe volesse comprare niente, al mercante tra questo mezo non è permesso né mostrare le cose sue né far vendita con niuno: e di qui è fatto che li mercanti alcuna volta longo tempo sono impediti circa alla ispedizione delle lor robbe.
      Non è lecito eziandio cosí ad ogni mercante venire nella Moscovia, fuora delli Lituani, delli Poloni e di quelli li quali son sottoposti all'imperio; ma li Svetensi, Livoniensi e li Germani abitanti nelle città maritime, solamente in Nowogardia possono venire. E alli Turchi e alli Tartari è permesso che in una città, chiamata Chloppigrod, possano esercitare la mercanzia, in vendere e comprare, perché ivi in certo tempo de l'anno si fa la fiera, e a quel luogo molte persone de li luoghi remotissimi concorrono. E quando i legati e oratori d'altri principi vanno in Moscovia, tutti li mercanti d'ogni sorte, sotto la fede e protezione d'essi ambasciatori, liberamente e senza altra gabella o dazio possono andare in Moscovia.
      La maggior parte delle merci sono le masse d'argento, panni, seta, panni di seta e d'oro, gioie, gemme e oro filato, e alcuna volta eziandio alcune cose di vil prezzo vi sogliono portare, delle quali non poco frutto ne riportano. Spesse volte ancora interviene che tutti stanno in desiderio ed espettazione di qualche cosa, della quale piú del giusto ne guadagnerà colui il quale sarà il primo a portarvela; e cosí, per il contrario, quando piú mercanti portano gran copia di una merce, tanto piú è bassa la vendita di quelle, di modo che quello il quale avea vendute le cose sue per gran prezzo, quelle medesime di nuovo con vilissimo prezzo compra, e con grandissima sua commodità nella patria le riduce.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





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