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      Le merci le quali si portano del paese di Moscovia in Germania sono pelli e cera; in Lituania e nella Turchia, cuoi d'animali, pelli, e bianchi e longhi denti di animali, li quali essi mors chiamano, e nel mezo mare settentrionale vivono, delli quali denti li Turchi sogliono elegantemente farne manichi da pugnali; ma li nostri Germani pensano che siano denti di pesci, e cosí gli nominano. Nella Tartaria sono portate selle, freni, veste, cuoi; ma l'armi e il ferro no, se non secretamente, o vero con licenzia delli prefetti del principe. E ad altri luoghi, sí orientali come settentrionali, portano fuori: portano veste di panno e di lino, coltelli, manare, aghi, specchi, borse e altre sorti di merce. Trattano le lor mercanzie con bugia, fraudi e inganni, e lo fanno non già con poche parole, come alcuni hanno scritto. Oltra di questo, mentre offeriscono il prezzo, e le cose di minor prezzo promettono sempre, in danno del venditore della metà del prezzo. Alcuna volta li mercatanti un mese e due sospesi, dubiosi e incerti ritengono, e alla estrema disperazione sogliono condurre. Ma quello il quale i lor costumi e le lor parole ingannevoli conosce, poco le stima, o dissimula, e senza altro danno vende le cose sue.
      Un cittadino crocoviense avea portato ducento centinara di rame, o ver latone, il quale il principe volse comprare, e tanto tempo il mercante di quello ritenne che costui finalmente, di fastidio ripieno, fu forzato di nuovo a ricondurlo verso la patria, e cosí, essendo per alquanti miglia lontano dalla città di Moscovia, alcuni sopra di ciò ordinati lo seguitorno, e li beni di quello, sí come non avesse pagato il dazio, impedirono e interdissono.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





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