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      Se in qualche guerra grande sono occupati, le moglie, i figliuoli e li vecchi nelli luoghi piú sicuri sogliono porre.
      Nissuna giustizia appresso di loro si truova, percioché, quando uno ha bisogno d'una cosa, quella senza altra punizione può torre da un altro. S'alcuno si lamenta avanti del giudice della ricevuta ingiuria, il reo nol niega, ma egli dice non poter far di meno di quella cosa: e allora il giudice in questo modo suole proferire la sentenzia: «Se tu all'incontro di qualche cosa hai bisogno, ancora tu toglila da altri». Sono molti che dicono che li Tartari non robbano; ma certo sono uomini rapacissimi e poverissimi, e stan sempre con la bocca aperta a torre quel d'altri, furano gli armenti degli altri, spogliano gli uomini e gli menano via, e quelli alli Turchi e ad altre genti o ver vendono o ver concedono da essere riscossi, eccettuate però solamente le fanciulle. Le città e le castella chiare volte assediano e oppugnano; ma le ville e li paghi abbruciano, e delli danni dati agli altri pigliano tanto piacere e contentezza che quante piú provincie hanno desolate e guaste, tanto piú pensano li suoi regni aver ingranditi e amplificati. E benché della pace e quiete siano impazientissimi, nondimeno mai s'ammazzano insieme, se non quando li re fra di loro sono discordi e nimici. Se in qualche tumulto alcuno è occiso, e che gli auttori della sceleraggine fossero presi, toltigli solamente li cavalli, l'armi e le vesti si lasciano andar via. Similmente l'omicida, toltogli il cavallo e l'arco, con queste parole è mandato via dal giudice: «Va' via e governa la robba tua».


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





Tartari Turchi