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      Li beni delli principi loro in tanta libertà possedevano che, quando essi principi nella Litwania ne venivano, con le sue entrate non potevano vivere se con l'aiuto delli suoi provenzali non erano sostentate. L'abito di questa gente è longo; usano l'arco, secondo li Tartari, e la lancia e il scudo, secondo il costume degli Ongheri. Hanno buoni cavalli, e quelli castrati e senza ferri, e quelli con certi freni teneri e facili constringono.
      Wilna è capo della gente, città grande e fra li colli posta, appresso il corso del fiume Welio e Wilna. Ma Welia, un miglio piú sotto a Wilna, nel fiume Cronone entra, e Cronone Grodno città, dal nome suo non molto dissimile, bagna, e li Pruteni, già a l'ordine teutonico sottoposti, dalli Samogiti in quel luogo dove il mare Germanico scorre divide; dove è città di Mumel, percioché li Germani Cronon Memel col vocabulo della patria Nemen chiamano. Ora alli Pruteni Alberto, marchese di Brandenburgo, dapoi che egli al re di Polonia si sottopose, deposta la croce e l'ordine signoreggia. Wilna città è cinta di mura, e ha dentro tempii e case di pietra fabricate. Ha la sedia episcopale, la quale allora Giovanni, figliuolo naturale del re Sigismondo, uomo di singulare umanità ornato, teneva, e noi nel nostro ritorno umanamente ricevette in casa sua. Oltra di questo vi è la chiesa parrochiale e alcuni altri monasterii, e specialmente un luogo delli frati osservanti di San Francesco, bellissimo e con grandissime spese fabricato. Nondimeno vi sono molto piú tempii sottoposti alla ubidienza delli Ruteni che alla romana.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





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