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      E questo costume d'offerire i doni è in questo modo. Udita ed esposta la legazione, quel consigliero il quale ha introdotto gli oratori avanti il principe leva su, e con chiara e aperta voce dice: «Signor grande, il tale oratore percuote la fronte con il tale e tale dono», e questo medesimo replica del secondo e del terzo. Dapoi li nomi e li presenti di ciascun nobile e di ciascuno servitore con quel medesimo modo esprime e dichiara. È ordinato ancora là un secretario, il quale parimente li nomi e li presenti nominatamente degli oratori e di tutti quelli che offeriscono ordinatamente scrive. Questi doni essi pominki, cioè memoria e ricordanza, chiamano. Ammonivano li nostri delli presenti, alli quali rispondendo dissi non essere nostro costume di far ciò. Ma torniamo al proposito.
      Fatta la salutazione e avendo seduto un poco, il principe ordinatamente invitò l'un e l'altro di noi, dicendo: «Voi desinerete meco». Nella prima mia legazione, accioché questo ancora vi aggiunga, secondo il costume loro in questo modo mi aveva invitato: «Sigismondo, tu mangierai il sale e il pan nostro con noi». Dapoi, chiamati a sé li nostri procuratori, disse loro non so che con voce bassa; alli quali procuratori gl'interpreti ammoniti ci dissero: «Levatevi su, andiamo nell'altre abitazioni», nelle quali, mentre il resto della nostra legazione e delle nostre commissioni ad alcuni consiglieri e secretarii ordinati dal principe esponemmo, erano apparecchiate le tavole. Il che fatto, il principe, li fratelli e li consiglieri già postisi a mensa, e noi similmente essendo condotti a tal convito, li consiglieri e tutti gli altri ordinatamente si levorono per onorarci, verso li quali ancora noi facemmo il simile, e, inchinando il capo in ogni parte, grazie onorevoli riferimmo, e poi prendemmo il luogo nel sedere a tavola, il quale il principe ci accennò con la mano.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136