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      In questo luogo io lasciai l'ambasciatore moscovito, il quale il re avea proibito intrare in Wilna. Dipoi a duo miglia a Prelai, a cinque miglia a Wolconikt, a quattro miglia a Rudnii, e per altre quattro miglia ad Wilna pervenimmo.
      Avanti Wilna uomini nobili e di alto legnaggio mi aspettavano, li quali in nome del re onorevolmente mi recevettero, e in una ampla e gran carretta ornata di bellissimi cussini e di certi coprimenti di seta e d'oro tessuti collocatomi, con molti staffieri d'ogni parte circondato, officiosamente, come fosse stato il proprio re, sino all'ordinato ospizio m'accompagnorno. Dapoi Pietro Tomitzki, vescovo premisliense, vicecancelliero del regno di Polonia, uomo per testimonianza di tutti di singular virtú e d'integrità di vita ornato, venne a visitarmi e in nome del re umanissimamente salutommi e ricevettemi. E cosí, finiti li nostri ragionamenti, con gran moltitudine delli cortegiani al conspetto del proprio re mi condusse, dal qual, in presenza di molti nobilissimi signori del granducato della Litwania, onorevolmente io fui ricevuto.
      In quel medesimo tempo, oltra l'altre cose, nella città di Wilna il matrimonio fra esso re di Polonia e la signora Bona, figliuola di Giovan Galeazzo Sforza, duca di Milano, col mezo di Cesare, essendo io ambasciatore, fu fermato e concluso. Erano ivi in strette prigioni tre capitani di Moscovia, alli quali nell'anno MDXIIII, appresso di Orsa città, la somma di tutte le cose e il governo dell'esercito moscovitico era stato commesso, fra li quali Giovanni Czeladin era il primo.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





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