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      Confinano fra terra con Sciti, cioè Tartari. La lingua loro è penitus separata da quella di convicini, e molto fra la gola. Fanno professione di cristiani, e hanno sacerdoti alla greca. Non si battezano se non adulti d'otto anni in su, e piú numero insieme, con simplice asperges d'acqua benedetta a lor modo e breve benedizione di detti sacerdoti. Li nobili non intrano in chiesa se non hanno 60 anni, che, vivendo di rapto come fanno tutti, li pare non essere licito e crederiano profanare la chiesa. Passato detto tempo o circa lasciano il robare, e allora intrano a quelli officii divini, i quali etiam in gioventute ascoltano fora su la porta de la chiesa, ma a cavallo e non altramente. Le loro donne parturiscono su la paglia, la quale vogliono sia el primo letto de la creatura; poi, portata al fiume, quivi la lavano, non ostante gelo o freddo alcuno, molto peculiare a quelle regioni. Impongono alla ditta creatura el nome de la prima persona aliena quale entri dopo lo parto in casa, e se è greco o latino o chiamato alla forestiera l'aggiungono sempre a quel nome uc, come a Pietro Petruc, a Paulo Pauluc etc. Essi non hanno né usano lettere alcune, né proprie né straniere. Loro sacerdoti officiano a suo modo, con parole e carattere greche, senza intenderle; quando li accade far scriver ad alcuno, che raro lo costumano, fanno far l'officio a Iudei per la maggior parte, con lettere ebree, ma lo forzo mandano l'uno a l'altro ambasciatori a bocca.
      Fra loro sono nobili e vasalli e servi o schiavi; li nobili tra li altri sono molto reveriti, e la maggior parte del tempo stanno a cavallo.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quarto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 837

   





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