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      Non patiscono che li sudditi tengano cavalli, e se a caso un vasallo allieva alcun polledro, cresciuto ch'è, di subito gli è tolto dal gentiluomo e datogli bovi per contra, dicendogli: "Questo t'aspetta, e non cavallo". Fra loro sono di detti nobili assai signori di vassalli, e viveno tutti senza subiezione alcuna l'uno a l'altro, né vogliono superiore alcuno se non Dio, né tengono veruno administratore di iustizia né alcuna legge scritta: la forza o la sagacità o interposite persone sono mezi di loro litigii. D'una gran parte di detti nobili l'un parente amazza l'altro, e il piú delli fratelli; e sí presto che l'un fratello ha morto l'altro, la prossima notte dorme con la moglie del defunto, sua cognata, perché se fanno licito avere etiam diverse moglie, quale tengono poi tutte per legitime. Subito che 'l figlio del nobile ha doi o tre anni, lo danno in governo ad uno delli servitori, il qual lo mena ogni dí cavalcando con un archetto piccolo in mano, e come vede una gallina o uccello o porco o altro animale, l'insegna a saettare; poi, diventando piú grande, esso medemo va a caccia dentro da li loro proprii casali a detti animali, né il suddito ardiria farli alcun ostaculo. E fatti che sono uomini, la loro vita è continuo a la preda di fiere selvatiche, e piú di domestiche, ed etiam di creature umane.
      Loro paese per la maggior parte è palustre, molto occupato di cannuccie e calami, de la radice di quali s'accoglie el calamo aromatico; le quali palude procedeno dai gran fiumi del Tanai, similiter oggi cosí chiamato, e Rombite detto Copa, e piú altre grosse e piccole fiumare, quale fanno molte bocche e quasi infinite paludi, come s'è detto, fra le quali sono fatti assai meati e transiti; e cosí furtivamente per simili passi secreti insultano i poveri villani e gli animali, delli quali con li proprii figliuoli ne portano la pena, però che, straportati d'un paese in un altro, li barattano e vendeno.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quarto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 837

   





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