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      Considerisi come noi altri, mal vestiti e non usi a cosí fatta regione, dovevamo comportarci, massime le feste, che andavamo alla chiesa distante da mezo miglio: pur, con l'aiuto del Redentor nostro, il tutto tolerammo nel detto scoglio.
      Alla stagione della primavera capitavano innumerabili oche salvatiche, e annidavansi per lo scoglio e piú appresso i pareti delle case; e tanto erano domestiche, per non esserli fatto alcun spavento, che le madonne delle case andavano al covo, e l'oca, levandosi con lento passo, dava commodità che gli fusser tolte l'uova piú e meno come pareva a quelle donne: e ne facevano frittaglie per nostro uso. E come de lí se rimoveva, l'oca ritornava al nido e ponevasi a covare, né per alcun modo ricevevano altro spavento. A noi pareva cosa stupenda, con altre assai che saria lungo narrarle.
      Questo scoglio era distante inver ponente dal capo di Norvega, luogo forian ed estremo, perché è chiamato in suo lenguaggio Culo mundi, da miglia 70, e basso in acqua e piano, eccetto alcune mote dove sono fabricate le sue casette. Sono appresso quello alcuni altri scogli, quali abitati e quali no, piccoli e mezzani; e questo era da miglia tre per circuito. Nel tempo che vi dimorammo fummo umanamente trattati, secondo il lor potere, mangiando inestimabilmente per duoi mesi di lungo di quelle sue vivande, cioè butiro, pesce, e alcuna volta della carne: né mai ci potevamo saziare, e veramente, se i detti cibi non fussero stati di natura lubrici, noi eravamo morti dal soverchio mangiare.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quarto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 837

   





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