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      E venuto che fu il tempo della partenza nostra da Londra, avendone provisto di cavalcature e guida, mi aviai insieme col nobile messer Ieronimo Bragadin, uno di nostri benefattori, e passato il mare si separorono dapoi dalla mia compagnia alcuni marinari per andar a' suoi voti, e messer Francesco Quirini, Piero Gradenigo, nobili candiotti, quali fecero altra via incognitamente. Loro e noi trascorremmo l'Alemagna, andando messer Ieronimo e io per la via di Basilea, e in giorni 24 giugnemmo al desiderato porto della patria nostra dell'alma città di Venezia, dove fu consumata e approvata l'esaudizione fattami per il misericordioso Iddio, intercedendo il glorioso santo Agostino, la cui orazione per giorni quaranta avevo devotamente a ginocchi nudi detta avanti il Crocifisso, con ferma speranza e fede d'esser esaudito, la qual comincia: "O dulcissime Iesu Christe Deus verus, etc.". E la mia dimanda conteneva che 'l Signor Dio mi concedesse grazia di ritornar a casa sano e ritrovar i miei vivi in simile stato: e cosí m'avenne, sí che laude e gloria incessabilmente sia riferita al Signore in secula seculorum. Amen.
     
      Il fine del viaggio e naufragio del magnifico messer Pietro Quirino.
     
     
      Naufragio del sopradetto messer Piero Quirini descritto per Cristoforo Fioravante e Niccolò di Michiel, che vi si trovarono presenti.
     
      Ancora che per infiniti esempi, sí antichi come moderni, ogn'ora siamo esortati, nella misera e travagliata vita di noi marinari, che dobbiamo sempre aver la mente e animo drizzato al nostro Signor messer Iesú Cristo e in quello metter ogni speranza; vedendosi nondimeno che per esser mal allevati e nodriti, o per natural inclinazion che abbiamo sempre al male, le dette esortazioni poco giovarne, accioché con la viva voce e testimonio proprio vediamo di commover questi animi indurati e poco devoti, n'ha parso esser conveniente officio di far memoria e non lassar andar in oblivione un pietoso e crudel viaggio pieno d'innumerabili ed estremi casi, occorsi ad una cocca veneziana sopra la qual noi eravamo, di portata di botte 700 e piú, carica di vini, specie, cottoni e altre mercanzie di gran valuta, fatta d'ancipresso e armata in Candia d'uomini 68 per andar verso ponente, il patron della qual era messer Piero Quirini, gentiluomo veneziano, nel 1431. La qual, dopo molti disagi, infortunii e mancamenti occorsili dal partir suo di Candia fino in ponente, alli 6 di novembre del detto millesimo capitò alla bocca di canali di Fiandra, e trascorse larga delli detti per fortuna da sirocco alla volta di maestro circa miglia 140, scorrendo ogn'ora sopra l'isola di Ussenti, dove d'accordo dicemo noi, Cristoforo Fioravante e Nicolò di Michiel, che a mezodí tentammo con il scandaglio il fondo del mare e trovammoci in passa 55 d'acqua, e poi verso la sera di nuovo il cercammo e trovammoci in passa 90 e piú. Ma la fortuna e rabbia de' venti era tanto grande che ne ruppe cinque cancare del nostro timon, ch'erano appiccate all'asta d'essa nave, benché parte di maschi di quella fussero spezzati.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quarto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 837

   





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