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      Vene questo giorno, sul mezodí, Gabrielle col suo battello a trovarne, al quale io feci alcuni presenti, per esser con la sua guida uscito di quelle seccagne a salvamento, che furono duoi pettini d'avolio e duoi specchi d'acciaro e certe altre cosette di poco momento.
      E il mercore, cioč il giorno di san Giovanni Battista, mandassemo il nostro schifo a terra a scandagliare l'altezza dell'acqua di detto colfetto, e trovollo quasi in tutto secco, e di modo che tutte le barchette che entrate vi erano toccavano terra. Con tutto che questo luoco fosse poco commodo da fermarvisi, tuttavia, conoscendo a manifesti segni che era per succedere presto fortuna, e travagliandone grandemente il vento settentrionale e il gran corso dell'acqua, fossemo sforzati a darvi fondo e per un gran pezzo, non senza molto pericolo, contra il vento e la fortuna contrastare, e si trovavamo di modo in questo luoco intrigati che non era piú in noi speranza di salvarsi. E in questa maniera travagliati su doi ancore voltassemo alla fine la prora al mare, e con la mezzana e con l'artimone preso il vento e tagliate le gomone dell'ancore, felicemente aiutati dal gagliardo vento, di quelle secche uscimo in alto mare, e tutto quel giorno con l'artimone andassemo scorrendo: e il giovedí giungessemo all'incontro del promontorio di San Giovanni, ove un buon luoco da dar fondo trovassemo, quando sia il vento da hort hort ost.
      Il venerdí poi sul mezogiorno, rasserenatosi il cielo e acquietatosi il mare e i venti, de qui si partimmo e dove l'ancore restate erano tornassemo; le quali mentre da noi si salpavano, venne di nuovo a trovarne Gabrielle, con noi rallegrandosi dell'essersi salvati dal scorso pericolo.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quarto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 837

   





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