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      Ismaele, aspirando a ricuperar lo stato paterno, partitosi da questo luogo che non aveva ancora forniti diciotto anni, andò in Carabac e poi in Gillon, riparandosi in casa di un antichissimo amico di suo padre, chiamato Pircale. Costui, mosso a pietà dello stato d'Ismaele, come quel che aveva veduto suo padre già essere stato gran signore e riputato divino per la maniera della sua vita, scrisse secretamente in Arduil a tutti quelli della fazione sofiana, ai quali sapeva che nella battaglia di Derbento erano stati morti per il piú dalla fazione contraria dei cacari bianchi padri, parenti e fratelli, che ritornandosi a mente quanto già Secheaidare aveva fatto per loro volessero favorir di aiuto suo figliuolo Ismaele, che fuor uscito si riparava presso di lui, acciò che potesse avere e lo stato paterno e mantener in piede la parte: che se si poteva prometter di un giovinetto ben creato e ben nato, come era egli, cose grandi, egli prometteva lor di costui cose grandissime, per conoscer in lui e vigor d'animo e destrezza d'ingegno e valor corporale, quanto non gli era mai piú parso di vedere in niun altro suo pare. Per le quali lettere mossi, quelli di Arduil gli proferirono in questo conto e in ogni altro per aiuto d'Ismaele tutto lo stato e poter loro. Perch'egli, messi segreti ordini di quel che aveva da fare, raccozzò insieme dugento uomini della sua fazione in Gillon, e dugento altri gliene diedero quelli di Arduil, co' quali, appostate d'incaminar con qualche bel principio le sue cose a buon fine, si mise in una vale commoda atta alle insidie, di dove, come tempo gli parve, corse alla parte del castello Marmurlagi.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quarto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 837

   





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