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      In questo modo Baiothnoy, sdegnato verso di quelli, e per escusazion della sua scelerità opponendogli le ostinate risposte e comandando tre fiate che fossero morti, li ritenne nove settimane nell'esercito, dileggiandoli come indegni di udienza. Ma li frati, con umiltà sopportando la sua malizia e indegnazione, mutarono con ingegno la necessità in virtude.
     
     
      Come li fecero espettare Augutha.
      Cap. 47.
     
      Al fine, suspesa la sentenzia per cinque settimane, fatto lettere da mandare al papa e apparecchiati suoi ambasciatori, pensò di licenziarli il giorno di s. Giovambattista; ma il terzo giorno seguente rivocò quello aveva deliberato, dicendo aver inteso come veniva un grande e solenne ambasciatore da Chaam, figliuolo d'Iddio, detto per nome Augutha. Costui, come molti affermavano, era mandato a signoreggiar tutta la Georgia, e nella corte dell'imperatore era delli primi consiglieri, e sapeva come Chaam aveva rescritto al papa e datoli un nuovo mandato, che si spargesse in tutto il mondo, la copia del quale Baiothnoy voleva portassino li frati, benché poco innanti fossero licenziati. E forse, come molti credevano, si pensava di finir con questo prince la morte loro, che fin qua aveva differita. Onde, non si potendo resister alla tirannia sua, per tre settimane e piú con umiltà e pazienzia sostennero, aspettando di giorno in giorno l'avvenimento d'Augutha. Stavano fermi e immobili, avendo per sostentazion del corpo un poco di pane e acqua a bastanza; e alcuna volta, per non averne, digiunando fino a sera mangiavano latte di capra e vacche, forse ancor alle volte di cavalle, e piú spesso avevano acqua pura; e per non esser a sufficienza mescolavano col latte agro, senza far menzione alcuna di vino.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quarto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 837

   





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