Pagina (315/837)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Infermandosi il padre d'alcuno, subito il suo figlio va da l'astrologo, cioč lor sacerdote, al quale dice: "Signore, vi prego che andiate dal nostro dio a saper se mio padre die esser liberato da questa infirmitā, overo deve per quella morire". Allora il sacerdote con il figlio dell'infermo insieme vanno dal lor idolo, al qual gionti fanno orazione e dicono: "Signor, tu sei il nostro dio, qual noi per nostro dio adoriamo e stimiamo; ti preghiamo che vogli risponder a quello che noi ti domandiamo. Il tale uomo č molto infermato: ti domandiamo se deve di tal infirmitā essere liberato, over di quella morire". Allora il demonio per bocca di quell'idolo risponde: "Tuo padre non morirā, ma da questa infirmitā serā libero, ma tu adesso tali e tali cose quali ti comando farai". E cosí, inteso il figlio il modo qual deve tenere nel governo di suo padre, da quello si parte e va da suo padre, al qual serve diligentemente facendo tutto quello che l'idolo ha detto, insino a tanto che 'l ditto suo padre č liberato totalmente di sua infirmitā.
      Ma se 'l demonio averā detto che 'l padre ha da morire, allora il detto sacerdote va lā dove sta l'infermo e, postoli un panno alla bocca, il soffoca; e morto in questo modo che l'ha, subito lo spezzano in piú pezzi, e tagliato che l'hanno invitano gli amici e parenti e tutti li buffoni di quella contrada, quali insieme con li figliuoli e la moglie con grand'allegrezza e suoni lo mangiano. Le ossa del quale poi con grande solennitā sotteranno, e gli altri parenti, quali non sono stati per sorte alla festa con essi, se lo reputano in grande vergogna.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Navigazioni e Viaggi
Volume Quarto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 837