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      Dalla quale partendomi e caminando 18 giornate, passando molte cittą, terre e diversi paesi, venni in un gran monte abitato da due lati, nell'uno lato del quale abitavano certe genti quali vivevano in un modo de vivere strano e inusitato, e tutti gli animali che sono e nascono in quello son negri; e gli animali che in l'altro lato si trovano sono bianchi, similmente da stranie genti abitato e nel vivere molto dagli altri alieno: le donne quali hanno marito hanno in testa un gran barile di corna, quali in segno del lor maritaggio portano. Da questo predetto monte doppo il camino di 18 altre giornate, vedendo molti luoghi e paesi, arrivai in un gran fiume, per il traverso del qual era un ponte, e nel capo d'esso una casa di un pescatore dove alloggiai, qual, volendo darmi alquanto spasso mi disse che se volevo andar seco a vedere un bel pescare. Similmente in un altro loco partito e allontanatomi da questo fiume molte giornate, vedetti un altro modo di pescare qual era questo, che gli uomini che pescavano erano in una barca nudi, con un sacco dietro al collo legato, e in quella una tina d'acqua piena tenevano, e ciascuno d'essi con il sacco nell'acque butandosi prendeva li pesci con le mani, qual presi in quel sacco mettevano; e dall'acque levatosi saliva nella barca, dove reponeva li pesci quali avea presi, e subito intrato nella tina in quell'acqua calda si lava, e in questo modo uno doppo l'altro facevano.
      Venni doppo questo in una cittą domandata Cansay, che appresso noi vuol dire cittą celestiale, di pane, di vino, di carne, di porco, di riso e finalmente di tutte quelle cose che sono all'umano uso necessarie copiosa, e ancora di mercanzie grandi, e nobilissima.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quarto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 837

   





Cansay