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      E se alcuno de' parenti non vi fusse invitato, se lo reputa a grande ignominia e scorno, e quasi sono lieti quando alcuno s'inferma per posserlo mangiare e farne festa. Onde io avendogli di ciò ripreso, e dettogli che farebbono meglio a lasciarli morire naturalmente e sotterarli, mi fu risposto che sepelliti a questo modo puzzarebbono e farebbono i vermi, di modo che Iddio, offeso dalla puzza, non gli riceverebbe nella gloria sua.
      Da qui passammo nell'India superiore e pervenimmo nella nobile provincia di Mangi, chiamata l'India di sopra, qual provincia contiene piú di duemila grosse cittadi e altretante tenute e grosse castella, che sono come Vicenza o Trivigi, che non han nome di città. In questo paese è tanta moltitudine di gente che è una cosa incredibile, di tal sorte che in molte parti di detta provincia viddi piú stretta la gente che non è a Vinezia al tempo dell'Ascensione. Il paese è abondante assai di pane e vino e carne, ma molto piú di pesce, e vi sono infiniti artegiani e assaissimi mercadanti. E non vi è chi vada cercando la limosina, perché o poveri o infermi sono ben governati e provisti delle cose necessarie. Gli uomini sono tutti ugualmente grandi e pallidi, con i peli della barba irti e male composti alla guisa delle capre; le donne sono bellissime.
      La prima città della provincia che io vedessi fu Tescol, la quale è tre volte maggior di Vinezia, ed è lungi del mare una giornata ed è messa sopra un fiume; e vi sono tanti navilii de naviganti che osarei dire non averne tanti tutta l'Italia.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quarto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 837

   





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