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      cultaque Oresteae Taurica terra Deae,
      quaeque aliae gentes, ubi frigore constitit Ister,
      dura meant celeri terga per amnis equo.
      Maxima pars hominum nec te, pulcherrima, curat,
      Roma, nec Ausonii militis arma timet.
      Dant illis animos arcus plenaeque pharetrae,
      quamque libet longis cursibus aptus eques,
      quodque sitim didicere diu tollerare famemquequodque sequens nullas hostis habebit aquas.
     
     
     
      Nell'elegia settima del quarto libro a Vestale:
     
      ipse vides onerata ferox ut ducat Iasis
      per medias Istri plaustra bubulcus aquas.
      Aspicis et mitti sub adunco toxica ferroac telum causas mortis habere duas.
     
     
     
      A Severo nella elegia decima nona:
     
      Nulla Getis toto gens est truculentior orbe,
      tinctaque mortifera tela sagitta madet.
     
     
     
      Da questa d'Ovidio testimonianza appare che i Sarmati erano gente bellicosa e che non erano soggetti al romano imperio, quando dice: "Nec te, pulcherrima, curat, Roma". Quello poi che si può dire degli antichissimi lor costumi e instituti sono per lo piú le cose seguenti. Usavano ne' primi tempi quelli antichissimi Sarmati, over Slavoni, e quelli che le lor stanze nelle regioni di Polonia e di Russia posero, la prisca lengua slavonica, qual è commune a' Sarmati e a' Ruteni. Non conoscevano re o prencipe per descendenzia over lignaggio, ma, quando si movevano a far guerra, eleggevano per lor capo quello che tra loro era conosciuto avanzar gli altri d'ingegno e di valore, la signoria del quale durava tanto quanto la guerra durava, per cagione della quale era stato dichiarato capitano, e non piú. E de qui viene che sino oggi non succedono nel regno di Polonia i figliuoli o altri propinqui del re, ma dal consenso del senato a quella degnità è assonto quello che per valore e virtú se ne mostra esser piú degno.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quarto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 837

   





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