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      Lesco quarto il Bianco.
     
      Cum sene bellavi patruo, sed an impius istosim facto iusti discutitote viri.
      Esset uter rerum dominus certavimus, at meid velle in patriam nudus adegit amor,
      ne paterer regnare lupum maiore petentema quo pulsus erat cum feritate gregem.
      Dum labor, invadit Pomeranus balnea, inermumdat non speratae me meosque neci.
      Quanto igitur rerum dominis securius aevum
      (quod quidam scripsit) cernite pauper agit?
      Tempora sunt, loca sunt quaevis metuenda potenti:
      quod vivit, totum est cura, pericula, metus.
     
     
     
      Fatte le debbite esequie funerali a Casimiro, Lesco suo figliuolo, da' capelli Bianco cognominato, fu re da tutti salutato. Tuttavia Mieczlao suo cio aveva anco egli gran parte del regno a sua devozione, onde fece tra lor varie battaglie. Chiamò poi Lesco la dieta generale in Zueiman, nella quale si congregarono molti prencipi e baroni di Polonia. Fu a questa dieta citato de commissione del re Svantopolo, capitano di Pomerania, per non aver egli già alquanti anni pagato il tributo che era obligato ai re di Polonia di diecimila marche d'argento all'anno; il quale, avendo dalle spie inteso con quanta poca gente il re si ritrovasse, lo venne improvisamente a trovare con una grossa banda de soldati, ed entrato nella città mise ogni cosa sottosopra, tagliando a pezzi quanti resistenza facevano. Fu il re, che alora ne' bagni si ritrovava, di questo tumulto avisato, che, vedendo non aver il modo de potersi diffendere, montò a cavallo con alquanti servitori e dettesi a fuggire. Ma fu seguito e giunto da Svantopolo che, da ribello e mancator di fede portandosi, senza aver rispetto alcuno alla regia maestà crudelmente l'uccise, col qual amazzò anco Enrico, prencipe d'Vratislavia, e molti altri, del milledoicento e ventisette.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quarto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 837

   





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