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      Alla qual nuova non fece egli moto alcuno, anzi stette devotamente saldo fin che la messa fu compita; la qual finita mise le sue genti in battaglia, ponendo nella vanguardia quaranta insegne de' Lituani insieme con tutti i Tartari che in suo favore l'armi prese avevano. Lo venne in questo a trovare un messo de Ulrico Iungingen, mastro de' cruciferi di Prussia, che quasi bertizando il re li mandò a donare doi spade nude e altretanti scudi con queste parole: "Che aspetti, o re, che non vieni alla battaglia? Se spade ti mancano, eccotene dua, una per te e l'altra per Vitoldo tuo fratello; se hai stretto campo da metter l'esercito in battaglia, io luoco ti darò". Accettò il re queste due spade e sospirando disse: "Quantunque a me non mancano armi d'ogni sorte, accetto volontieri questo dono, come prenuncio col favor divino della futura vittoria". E ditte queste parole fece dar nelle trombe, e il simile fu da' Pruteni fatto, e tutto a un tempo questi doi eserciti con empito grande ad incontrar s'andarono. E la prima battaglia de' Lituani e Tartari, usi all'arco e alle frezze, scaricorono un folto e mortal nembo di frezze contra lor nemici; poi venuti alle mani fur da' Teutoni nel primo affronto rotti e messi in fuga. Sotto intraro subito i Poloni freschi d'animo e di forze con strepito e fragore orribile di gridi, di tamburi e di trombe, e con tal valore ne' Pruteni urtarono che a viva forza, superato e abbassato il lor orgolio, li fecero indietro rinculare. E avendo il re mandato fuori due grosse ale di cavallaria dai dui corni della battaglia, serrò in mezo i nemici già disordinati, che persi d'animo avevano l'occhio piú al fuggire che al combattere; ma avendoli i nemici circondati, fur pochi quelli che salvar si potero, restando gli altri alla campagna uccisi.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quarto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 837

   





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