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      Aveva il re Carlo disegnato d'accompagnare con tutta la corte il fratello sino a' confini del suo regno, né da lui dividersi sinché egli in Germania non entrasse; ma per strada assalito da infermità fu sforzato a mutar pensiero e restare indietro, travagliato nel corpo dal male e nell'animo dalla partita del fratello. E il re eletto, seguitando il suo viaggio, giunse nel ducato di Lorena, ove da quel duca suo cugino fu con tutta la sua compagnia lautamente e abondantemente ricevuto; e dovendosi in quei giorni battezzare una figliuola poco inanzi al duca nata, fu levata dal sacro fonte dal vescovo di Posnania e dagli altri ambasciatori suoi colleghi. Licenziatosi poi dal cugino e giunto per i suoi viaggi a Biamont, ultimo confine del regno di Francia, s'accombiatò dalla regina Catarina sua madre, da Francesco, duca d'Alansone, suo fratello, da Margarita sua sorella e dagli altri prencipali baroni del regno francese, e accompagnato dal nuncio apostolico, il vescovo de Montereale, da duchi, conti, baroni e altra nobiltà di Francia al numero di seicento, oltra i Poloni che con gli ambasciatori eran venuti, entrò ne' confini di Germania. Dove fu incontrato da un'onorata compagnia de prencipi germani, che furono Cristoforo, figliuolo de Federico conte palatino, prencipe di Parvapietra, e il conte Ludovico di Namsau, fratello del prencipe d'Orange, da' quali come da guide del camino a Zabernia fu condotto, ove molto alla grande dal vescovo d'Argentina riceuto fu. E indi passando per il territorio di Spira e per Vormacensi giunse al Reno, fiume celeberrimo e famoso, e passatolo si tolse alquanto di strada per visitare il conte Federico palatino, che in Heidelberg allor si ritrovava, che con molte carezze e amorevolezza grande, allegro dell'esserli un tanto forestiero venuto alla sprovista in casa, nel proprio castello lo ricevette e allogiò. Tornato poi di nuovo a passare il Reno a Mogunza si condusse, incontrato dal vescovo di quella città con seicento cavalli, e passando la terza volta il Reno giunse a Francfordia, città posta appresso il fiume Meno, ove da' cittadini di quel luoco fu con ogni sorte d'onore accarezzato; di dove passato a Fulda castello la vigilia di Natale, vi si riposò tutte le feste.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quarto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 837

   





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