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      La qual cosa se da qualche Lituano, osservatore dell'istessa religione, fatto era, cioè si egli a modo alcuno offendeva qualche arbore overo il fuoco, era subbito da' diavoli o amazzato o stroppiato di qualche membro. E quando vedevano il sole oscurarsi per cagione delle nubi, stimavano che egli con loro corrocciato fosse, e per placarlo ad esso si avvodavano. Credevano anco che le vipere e serpenti fosser dei, e ciascuno padre di famiglia cittadino, contadino e ciascun nobile tenevano in casa loro un serpente, quali in luoco degli dei penati e famigliari adoravano, offerendoli latte e galli. Ed era cosa di cattivo annuncio e perniciosa riputata a tutta la famiglia il violare o disonorare in alcun modo o non tener in casa e accarezare alcuna di queste fiere e venenose bestie, percioché questi tali overo de tutti i lor beni privati erano, overo con crudelissimi tormenti erano uccisi. Era poi tra loro ogni anno un sacrificio solenne qual nel principio d'ottobre, dopo fatto il raccolto, essi facevano, al quale si reducevano con le moglie, figliuoli e servi, e per tre giorni attendevano sontuosamente a banchetti, mangiando quello che a' lor dei sacrificato avevano; la qual cerimonia in Samogizia, Lituania e in alcuni luochi della Russia da' vilani ancor si osserva, come di sotto al suo luoco si dirà.
      Quando essi vittoriosi dalle guerre tornavano, parte della preda e uno de' piú degni pregioni ch'avessero in vece di vittima al fuoco donavano. Abbrusciavano i corpi de' morti con quelli ornamenti de' quali il morto, mentre viveva, sapevano essersi dilettato, con i cavalli e arme, doi cani da caccia e un falcone, e solevano anco con il corpo di qualche grand'uomo abbrusciare vivo il piú caro e fidel servitore che egli avesse avuto, e per questo grandissimi presenti agli amici del servo e a' parenti facevano.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quarto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 837

   





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