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      Né consacrano i luochi delle sepolture, dicendo con i corpi battizati e de' sacramenti di Cristo ornati la terra si santifica.
      Sí come nell'altre cerimonie, cosí nel degiunare discordano i Russi dalla romana Chiesa, e hanno quattro gran degiuni, ne' quali non mangiano carne. Il primo è la quadragesima, nella quale non solo dalla carne e latticinii, ma anco dal pesce s'astengono, solo d'erbe, de cauli, di ravani e di fungi contenti. Alcuni, piú devoti, dalla domenica e il sabbatto infuori (ne' quai giorni tengono esser gran peccato il degiunare), mangiano gli altri giorni della quadragesima solo un bocconcino di pane in sul mezogiorno. Altri mangiano di cotto la domenica, il marti, la giobbia e il sabbato, e gli altri giorni con un boccon di pane e un poco d'acqua fermentata se la passano. Quella settimana poi che noi facciamo il carnevale, essi non mangiano carne, ma sí bene cibi di latte e di butiro, onde è da essi chiamata butiracea. Il secondo degiuno è da passata l'ottava della Pentecoste sino alla vigilia di san Pietro e di san Paulo, e lo chiamano il degiuno di Pietro. Il terzo è dal primo giorno d'agosto sino all'Assunzione della Madonna. Il quarto, sei settimane inanzi Natale, qual chiamano di Filippo, percioché essi fanno la festa di san Filippo a quel tempo che questo digiuno cominciano. E fuor del tempo di questi degiuni, ogni sabbato mangiano carne, qual tengono sia gran peccato mangiarla il mercore e il venere. Fuor che di san Giovanni Battista che alcun santo vigilia non fanno, qual festa a' ventinove d'agosto celebrano.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quarto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 837

   





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