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      Sultan Selim, imperator de' Turchi, volse del 1569 farsi di questo regno patrone e, fatte le debite provisioni, mandò e per terra e per acqua uomini, legni, artegliaria e tutto quello che a conquistarlo necessario gli era; ed eran nell'esercito da terra venticinquemila cavalli e tremila gianizzari, co' quali si congiunsero poi ottantamila Tartari precopensi, e per acqua si trovarono per questa impresa cento e cinquanta galere con molti altri legni minori. Si condusse l'esercito da terra, dopo l'aver caminato sei mesi e patito gran fame e sete e altri disaggi nel viaggio, sotto Astracan: ove trovarono un durissimo incontro, percioché, oltra che il luoco per natura è fortissimo, essendo tutto d'acque circondato, vi eran anco molti mila Moscoviti in presidio, che, usciti valorosamente sopra i nemici che assediati gli avevano, ne fecero un'orribile occisione. Fratanto le galere, che l'artegliaria e l'altre cose necessarie al campo portavano, essendo dopo il viaggio di doi mesi su per il fiume Tanai giunte a un monte detto Perewloka, qual è dalla Volga sette miglia distante, s'apparecchiaro di metter le galee in terra e con gl'instrumenti per questo apparecchiati strasinarle per detto monte nella Volga, e a questo modo sotto Astracan condursi. Ma mentre che a questo attendono, furono assaliti da quindecimila Moscoviti che, amazzati seimila Turchi, li tolsero molti instrumenti che già sbarcati avevano, e gli altri postisi in fuga nelle lor galere si salvaro e, vedendo esser impossibile di proseguire il lor disegno, in Azoph furon sforzati a tornare (è Azoph una fortezza del Turco posta nella bocca del fiume Tanai); di dove ver Costantinopoli tornando, andarono per fortuna quei legni a traverso, e quasi di tanto esercito nissuno alla patria salvo ritornò. Quando quelli che erano sotto Astracan intesero la rotta della lor armata, nella quale tutte le lor speranze erano poste, essendo da' nemici, dalla fame e da mille altri disaggi travagliati l'impresa abbandonarono, ed essendo da' Moscoviti seguitati e travagliati si retirarono in Azoph; e tra quelli che da' nemici uccisi furono, tra quelli che restaro in mare e quelli che i disaggi del viaggio consumò, non ne tornaro di cosí grosso esercito piú che doimila in Costantinopoli.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quarto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 837

   





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