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      Dall'occidente sono i fiumi Volga e Tanai, Don nominato dai Tartari, il qual dalle sue fontane nel ducato Rzosentko, dal duca della Moscovia posseduto, verso tramontana scorre, dipoi, voltando verso mezodí, con tre bocche entra nelle palude Meotide, anzi esso causa queste paludi. Sono circa al Tanai arbori pomari e quercie che hanno dentro del mele, onde i Tartari lo nominano sancto Don, perché appresso quello ritrovano il vivere de' frutti, mele e pesce. Volga fiume nella lingua de' Tartari vien detto Edel; nasce nella Moscovia e ha le sue fonti piú verso l'occidente e piú settentrionali che non ha il Tanai; il quale, scorrendo verso tramontana, circonda con lungo intervallo il Tanai, dipoi voltatosi verso oriente, e poi verso mezodí, con venticinque bocche entra nel mar Maggiore, lontano Volga dal Tanai per un viaggio di cinque settimane, overo al manco a un velocissimo corriero per spazio di tre. È Volga tre volte tanto come è il Tanai; venticinque fiumi che vi entrano dentro sono molto grandi; i minori sono non manco di quello che è il Tevere il qual passa per Roma, overo Visla che passa per Cracovia. Sono molto pieni di pesci, talmente che passando i Tartari presso quei fiumi con le spade amazzano e tagliano del pesce e lo pigliano. È appresso questi fiumi il calamo aromatico, il qual vien nominato brostvorce. In gran copia vi cresce il rapontico, che da loro è chiamato cinirivent, ed è parola persica; vi nasce ancora quello che è domandato occhio di cornice ed è di gran calidità. Del nascere di questi fiumi quando tratterò della Moscovia piú copiosamente ne dirò qualche cosa.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quarto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 837

   





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