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      Ma venendo alla città di Cracovia, nella vigilia della Natività del Signore cominciarono a combatterla, dove perderono alquanti de' loro principali, perché con gridi e mughi quindi partendosi allargarono per assai paese il lor bottinare e le lor rubberie. Il duca Leskone Negro, non fidandosi della fortezza de' suoi soldati, si ritirò nella Ungheria con Griffina sua moglie; e i Tartari assassinando giunsero fin a' monti della Ungheria e della Slesia. Avendo adunque spogliate le predette terre e paesi, amazzati i sacerdoti, i puttini che lattavano e i vecchi, con grandissimo bottino di uomini donne, bestiami e ogni sorte di roba si partirono. Avendo poi fra loro diviso la preda in Vladimiria, città della Russia, fatto il computo trovarono aver di donne non ancor maritate numero ventun migliaio: perché da qui si potrà considerar la moltitudine degli altri uomini e altre donne.
      In quello istesso tempo i Tartari venendo dalla Cumania nella Ungheria ruinarono ogni cosa e diedero il guasto fin a Pest, dove restarono e fecero dimora dalla ottava della Epifania fin alla festa di Pasqua. Nel medesimo anno ancora i Tartari assaltarono l'imperio constantinopolitano e, avendo morti pur assai uomini, ruinarono molti luoghi: d'onde appare che i Tartari mai vivono senza rapine né lasciano mai quieti i lor vicini, come in questi anni i Tartari prekopensi hanno fatto, assassinando la Vallachia, la Russia, la Lituania e la Moscovia. I Tartari noiahensi e rosanensi spesse volte assaltano, spogliano e ruinano la Moscovia con grandissime mortalità e rapine.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quarto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 837

   





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