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      Ancora si partono dalla Vandalia overo Polonia da sessantamila soldati, e anco centomila alcuna volta, contro i lor vicini: né anco per questo il regno della Polonia riman di gente spogliato, conciosiaché i cittadini, mercanti e lavoratori de' campi restino al tutto esenti dalla milizia ne' loro castelli e villaggi senza disertarli, talmente che sia cosí libera l'entrata a' forestieri di occuparli, come fu al tempo d'Onorio Cesare, quando solamente i combattitori Vandali uscirono nelle Gallie. E piú dicono gli scrittori istorici che ritornati i Vandali abitarono le proprie stanze nella Vandalia: adunque altri non gli occuparono. Ancora si ha che il linguaggio schiavone è sparso in grandissimi paesi e lo usano assaissime nazioni, come nella Servia, Misia, Bulgaria, Bossina, Dalmazia, Croazia, Ungheria, Schiavonia, Carnia, Boemia, Moravia, Slesia, Polonia maggiore e minore, Mazovia, Pomerania, Cassubia, Sarbia, Russia e Moscovia. Questi tutti sono Vandali e Schiavoni, abitatori di amplissimi regni. Vi sono ancora i Lituani, che già cominciano a parlare schiavone, i Novogardi ancora e i Pleskoviensi e gli Smolnensi e Ohulici, le croniche de' quali si possono vedere. Ultimamente si raccoglie che di qua dal mar Germanico i Poloni, i Svevi e i Borgondioni furono per gli imperatori Enrici estirpati e spenti affatto, restandovi soli fin ora i Sarbi e i Vandali, come di sopra è detto.
     
     
      Delli Iurhi.
      Cap. 5.
     
      Gli Iurhi, da Iurha, terra della Scizia molto inanzi sotto al settentrione freddissima, a canto all'occeano Settentrionale, per retta via da Moscovia, città de' Moschi, verso tramontana distante cinquecento grandi miglia tedeschi, ascesero e vennero verso il mezodí per paese piano nella regione della Scizia dove adesso abitano i Czahadaiensi overo Zavolensi.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quarto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 837

   





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