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      Amurate morto, levossi il figliuolo suo Baiazete, quarto re, il quale, avendo l'animo desideroso di cose grandissime, aggiunse al suo imperio quasi tutta la Grecia insieme con la Tessaglia e la Macedonia. I Bolgari e gli Illirici con spesse scorrerie debilitò. Saccheggiò i borghi della famosa città di Costantinopoli, avendola talmente di fame travagliata e cinta d'assedio che esso imperator costantinopolitano, sforzato, andò in persona nella Italia e nella Francia a dimandar soccorso. Ma per volontà d'Iddio Temir Kutul, gran Cham de' Tartari, il quale dagli istorici vien detto Tamerlane, scorrendo l'Asia a guisa di saetta celeste, s'incontrò in Baiazete ordinato e ben preparato al combattere: i quali venuti al fatto d'arme, Baiazete restò rotto, fracassato e prigione, e dal Tamerlano con catene d'oro legato fu condotto con lui prigione e vilissimamente trattato. Ma in breve avendolo lasciato libero, quindi a poco tempo morí.
      Seguitò questo il quinto re, per nome Calapino, contro al quale Sigismondo imperator romano, re della Ungheria e Boemia, spinse un grande esercito. Dove venuti alle mani, Calapino, disordinatamente combattendo, superato e vinto abandonò il campo e, fuggendo a pena con una picciola barchetta per il Danubio, vergognosamente si salvò la vita. Dopo questo il sesto re de' Turchi, per nome Macometto, trovò nel suo regno modi di metter grandi angarie, allargò i confini del suo imperio con continue correrie. Morto Macometto, il settimo re, Amurate secondo, pigliò l'imperio paterno.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quarto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 837

   





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