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      Nell'anno milletrecentoottantasette, entrò nella Lituania e cominciò a procurar che i Littuani pigliassero l'acqua del battesmo. Adoravano nel principio i Lituani per dei il fuoco, le selve, gli aspidi e i serpenti. Il fuoco, il qual nella lor lingua vien detto zinez, per man del lor sacerdote che gli ministrava le legne era abbruciato. Pensavano ancora che le selve e i boschi fossero sacrosanti abitacoli degli dei; ma gli aspidi e i serpenti in ciascuna casa, come dei penati, da loro erano nutricati e adorati. Il re Vladislao dunque, entrato che fu nella città vilnense, quello che essi pensavano che fosse il sacrato fuoco in presenza loro volse che fosse spento; il tempio e l'altare ne' quali sacrificavano le bestie fece ruinare; le selve e i boschi comandò che fossero tagliati e dissipati, e i serpenti e gli aspidi fossero morti, stando i barbari che questo vedevano in pianti e lagrime per l'esterminio de' lor falsi dei. Ma non ardivano di dir pure una parola contra il re, benché si maravigliano che i violatori del fuoco, delle selve e de' serpenti non fossero puniti da' lor dei, come interveniva loro ogni volta che gli tentavano overo simili cose facevano.
      Essendosi dunque esterminati gli idoli, il popolo lituanico spese qualche giorno per imparar gli articoli della santa fede nostra e la orazione dominicale, per mezo de' sacerdoti poloni; ma meglio era insegnata loro per via del re Vladislao, che intendeva il lor linguaggio; e ogni dí gran moltitudine di quelli si battezava.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quarto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 837

   





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