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      Pure andavano scorrendo, essendo nel miglior modo che era possibile da Colombo trattenuti; ma poi che furon passati venti giorni, entroron in gran furore gridando non voler andar piú avanti. Ma Colombo, or con umane parole, or dando loro speranza, e alcune volte arditamente dicendo loro che se gli facevano alcuna violenzia sarebbon tenuti ribelli delli re catolici, gli andava menando di giorno in giorno, tanto che tre giorni avanti che scoprissero terra, dormendo Colombo, gli apparve una mirabil visione, tale che destatosi pieno di allegrezza, chiamati a sé li compagni disse loro che in breve tempo vedrebbon terra. E una mattina, al far del giorno, buttato lo scandaglio in mare e veduta certa sorte di terreno del fondo di quello, conobbe non esser molto lontan da quella, e tanto piú di questo faceva congiettura perché la notte avanti era soffiato una insolita inequalità di vento, il quale non era causato da altro che dal vento contrario che veniva dalla terra.
      Mosso da questi segni, Colombo comandò che uno delli compagni montasse in su la gabbia della nave; il che fatto, non passò molte ore che cominciò di lontano a discoprir certi monti, li quali veduti, subito cominciò con grande allegrezza a gridar: "Terra, terra". Gli altri compagni e quelli delle caravelle, udita questa voce, gridorono ancor loro: "Terra, terra", discaricando tutti li pezzi che avevan di artigliarie. Cristoforo Colombo, vedendo li suoi disegni con l'aiuto di Dio avere avuto sí felice principio, si riempié di tanta allegrezza che era cosa mirabile a vederlo.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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