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      Avendo conosciuti li nostri che da un luogo all'altro non fanno traffico alcuno, né si partono mai di suo paese, cominciorono a dimandare per segni dove trovavano quello oro ch'essi tenevano all'orecchie e al naso. Intesero che 'l trovavano nella rena di certi fiumi che corrono d'altissimi monti, né con gran fatica lo raccoglievano in grani e lo riducevano dapoi in lame. Ma non si trovava in quella parte dell'isola dove allora erano, come dapoi circundando l'isola cognoscettero per esperienzia, perché, partiti di lí, s'abbatterono a caso a un fiume di smisurata grandezza, dove essendo smontati in terra per far acqua e pescare, trovorono la rena mescolata con molti grani d'oro. Dicono non aver visto in questa isola alcuno animale di quattro piedi, salvo di tre sorte conigli, e serpenti di grandezza e numero admirabile, quali la isola nutrisce, ma non nuocono ad alcuno. Viddono ancora oche salvatiche, tortore e anitre maggiori delle nostre, bianchissime col capo rosso. Viddero pappagalli, delli quali alcuni erano verdi, alcuni gialli tutto il corpo, altri simili a quelli di Levante con una gorgiera rossa, delli quali ne portarono quaranta, ma di diversi e variissimi colori, e massime nelle ale, la quale varietà di colori arrecava alla vista grandissimo piacere. Questa terra produce di sua natura copia di mastice, legno di aloe, cottoni e altre simili cose, certi grani in una scorza rossa piú acuti del pepe che noi abbiamo.
     
     
      Come Colombo ritornò in Spagna, e del grande accetto fattoli per li re catolici, e come, preparatoli dicessette navili, ritornò al viaggio.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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