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      E volsero che fusse chiamato admirante del mare Oceano, e a un suo fratello chiamato Bartolomeo dettero il governo dell'isola Spagnuola. Ma, per tornare alla nostra narrazione, dico che l'admirante Colombo, narrato tutto il successo alli re, affermava che sperava trar grandissima utilità di queste isole e per mezzo di queste trovare molti altri ricchissimi paesi. Onde sue Maestà fecero preparare dicessette navili, cioè tre navi con gabbie grandi e quattordeci caravelle senza gabbie, con piú di mille e dugento uomini fra a piè e a cavallo, con sue armadure. Oltra li quali erano ancora fabri, artefici di tutte le arti mecaniche salariati, alli quali comandò che portassero ciascuno tutti gl'istrumenti dell'arte sua, e ogni altra cosa che fusse a proposito per edificare una nuova città in paesi stranieri. Ma Colombo preparò cavalli, porci, vacche e molti altri animali con li suoi maschi, legumi, formento, orzo e altri simili semi, non solo per vivere ma ancora per il seminare, vite e molte altre piante d'arbori che non erano in quelli paesi: perché non trovarono in tutta quella isola altro arbore di nostra cognizione che pini e palme altissime di maravigliosa durezza, dirittura e altezza, per la grassezza e bontà della terra, e altri assai che fanno frutti che ci sono ignoti, perché quella terra è la piú abbondante che altra che sia sotto il sole.
      Molti fidati e servidori del re si miseno di propria volontà a questa navigazione per desiderio di nuove cose e per l'auttorità dell'admirante.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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