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      Alli venticinque di settembre del MCCCCXCIII con prospero vento fecero vela da Gades, e il primo d'ottobre arrivorono a una delle Canarie chiamata l'isola del Ferro: nella quale dicono non essere altra acqua da bere che di rugiada, la quale casca da uno arbore in una lacuna fatta a mano sopra un monte della detta isola. Alli tredici d'ottobre fecero vela, né si ebbe nuova di loro fino al marzo, che, essendo il re e la regina a Medina del Campo, a' ventitre di marzo per un corriero ebbero nuova esser giunte a Gades dodici di questi navili, l'anno MCCCCXCIIII. Dall'arrivar delli quali s'intese quanto qui sotto è scritto.
      Alli tredici giorni d'ottobre partito l'admirante Colombo dalle Canarie con dicessette navi, navigò vintun giorno prima che scoprisse terra alcuna; ma andò piú a man sinistra verso ostro garbino che l'altro primo viaggio, onde incorsero nell'isole de' canibali, o vero caribbi, detti di sopra. Nella prima viddero una selva tanto spessa d'arbori che non si poteva discernere se sotto fusse o sasso o terra, e perché era domenica il giorno che la viddero, la chiamarono Domenica: e accorgendosi che era disabitata, non si fermorono in essa, ma andorono avanti. In questi vintun giorno, secondo il giudicio loro feceno ottocento e venti leghe, tanto gli era stato favorevole il vento da tramontana. Dapoi partiti di questa isola, per poco spazio arrivorono a un'altra piena e abbondante di molti arbori, che rendevano odori suavissimi e admirabili. Alcuni che discesero in terra non viddero uomo alcuno, né animale di altra sorte che lacerti, come cocodrili d'inaudita grandezza.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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