Pagina (40/1260)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Li nostri andorono dietro al medesimo lume, e seguitandole con le barche ne recuperorono tre solamente. Caterina con l'altre quattro se n'andorono al re, il quale la mattina seguente se ne fuggí con tutta la sua famiglia; onde li nostri compresero che quelli che eran restati fussero da costui stati morti.
      L'admirante li mandò dietro il sopradetto Marchiò, il qual cercandolo arrivò a caso alla bocca d'un fiume, dove trovò un commodo e bonissimo porto, il qual chiamò Porto Reale. L'entrata è tanto ritorta che, come l'uomo è dentro, non conosce dove sia entrato, ancora che l'entrata sia sí grande che tre navi insieme vi potriano entrare. Intorno surgono alcuni colli in luogo di litti, li quali rompono tutti li venti che potessero farli fortuna, e nel mezzo è un monte tutto verde, pieno d'arbori, con pappagalli e altri uccelli che continuamente cantano suavemente, e massime intorno alla bocca di duoi fiumi, li quali vi metton capo. Procedendo piú avanti viddero un'altissima casa, e pensando che ivi fusse il re Guaccanarillo se n'andò a quella, e approssimandosi li venne incontro uno accompagnato da cento uomini ferocissimi in aspetto, tutti armati con archi, freccie e lancie acutissime, minacciando e gridando che non erano canibali ma taynos, cioè gentiluomini. Li nostri fattoli cenno di pace, e loro diposta la sua ferità, pigliando dalli nostri in dono ciascuno uno sonaglio da sparviere, si fecero insieme molto amici, e tanto che immediate senza rispetto dalle alte ripe del fiume discesero alle navi, dove loro all'incontro donorono alli nostri molte cose.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





Marchiò Porto Reale Guaccanarillo