Pagina (43/1260)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ma approssimandosi il tempo che avea promesso al re notificarli del suo successo, rimandò dodici caravelle indietro con notizia di tutto quello che aveano visto e fatto infino all'anno 1494. Essendo rimaso l'admirante nell'isola Spagnuola (la quale per sua larghezza è miglia 220, e il polo si leva da tramontana gradi 22 e mezzo e da mezzogiorno da 19 in 20; la sua lunghezza da levante a ponente è miglia 600 in circa; la forma dell'isola è come la foglia del castagno), l'admirante deliberò edificare una città sopra un colle in mezzo l'isola dalla parte di tramontana, perché lí appresso era un monte alto con boschi e sassi da fare la calcina, la qual chiamò Isabella. E alli piedi di questo monte era una pianura di 60 miglia lunga, e larga in alcun luogo 20, in alcun 12 e nel piú stretto sei, per la qual passavano molti fiumi, e il maggiore di essi scorreva davanti la porta della città un trar d'arco. In modo che questa pianura è tanto grassa, che in alcuni giardini che fecero sopra la rena del fiume seminandovi diverse sorti d'erbe, come lattughe, verze, borrana, tutte in termine di sedici giorni nacquero e vennero grandi; li melloni, cocomeri, zucche e altre simile cose in 36 giorni furono raccolte migliori che mai fussero mangiate. Ma quello che è piú maraviglioso fu che, essendo piantate alcune radici di canne di zuccaro, in quindeci giorni vennero all'altezza di due braccia e mature. Dicono ancora che le vite il secondo anno fecero uve suavissime, ma poche, per grassezza della terra; fu ancora uno che seminò al principio di febraio, per far prova, un pochetto di grano, il quale alli trenta di marzo (nel qual giorno fu Pasqua della Resurrezione) portò nella città un fascio di spighe mature.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





Spagnuola Isabella Pasqua Resurrezione