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      D'una fertilissima isola piena di popoli, detta Iamaica, e d'uno bellissimo porto capace di cinquanta navi. Come ne' conviti regali si danno serpenti a mangiare. Di un fiume navigabile, l'acqua del quale è molto calda. Del modo di pescare d'alcune di quelle genti; e come scopersero un paese qual si crede esser terra ferma, dove si trovano ostriche, nelle quali nascono perle; e di certi fuoghi che si viddero continuar per spazio di 80 miglia.
     
      Cercato quanto è detto, l'admirante se ne tornò alla rocca Isabella, dove lasciò al governo suo fratello con alcuni altri, e lui si partí con tre navili per andar a discoprir certa terra che lui pensava fusse continente, ed è miglia ottanta e non piú lontana dall'isola Spagnuola. La qual terra nel primo viaggio chiamoron Giovanna, e dipoi dalli paesani trovoron chiamarsi Cuba. All'incontro della quale nell'estrema parte della Spagnuola trovò un porto sicurissimo, al quale pose nome porto San Nicolò, il quale era lontano dalla Cuba 20 leghe. Passato de lí alla banda da mezzogiorno, si mise andar verso ponente: quanto piú andava innanzi, tanto piú si slungavano i liti e andavansi ingolfando verso mezzodí. Dalla qual banda trovorono un'isola chiamata da' paesani Iamaica, qual è maggior della Sicilia, e ha un sol monte in mezzo, che incomincia a levarsi da tutte le parti dell'isola, e va ascendendo cosí a poco a poco fino nel mezzo dell'isola, talmente che pare che non ascenda chi sale. Questa isola, cosí alle marine come al mezzo, è fertilissima e piena di popoli, li quali sono piú acuti e di maggior ingegno che gli uomini d'altre isole, e piú dediti alle arti manuali e atti alla guerra.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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