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      Volendo l'admirante metter in terra in diversi luoghi, correvano armati e non lo lasciavano smontare, e in molti luoghi combatterono con li nostri, ma restando vinti si fecero dipoi amici.
      Lasciata l'isola Iamaica, navigarono per ponente settanta giorni, nella quale navigazione, che fu circa 220 leghe, trovorono alcuna volta il mare che a modo d'un torrente correva, e spesse volte si trovorono in luoghi pieni di scogli e secche, per la grande quantità d'isole che da ogni banda si vedevano. Ma pure andavano avanti, per desiderio che avevano di vedere il fine di questa terra. Nel qual viaggio scopersero molte cose da non esser lasciate indietro senza farne menzione. Perché partendosi dal capo della Cuba chiamato Alfa e Omega, trovorono un bellissimo porto capace di gran numero di navi, il quale era a modo d'un semicirculo e aveva all'intrata da ciascuna banda un monticello, che rompeva tutte le botte del mare che venivano; dentro si slargava ed era profondissimo. Alcuni di loro, smontati in terra con l'armi per sospetto, trovorono alcune case di paglia senza alcun dentrovi, e in molti luoghi il fuoco acceso con spiedi di legno pieni di pesce, e oltre a questo due serpenti di otto piedi l'uno. Visto che nessuno vedeano, incominciarono a mangiar il pesce e lasciarono li serpenti, che erano alla forma di cocodrilli. Dapoi si miseno a cercar un bosco lí vicino, e viddero molti di questi serpenti vivi legati ad arbori con corde, e scorrendo un pezzo avanti trovarono circa settanta uomini, che erano fuggiti in cima d'una grandissima rupe per veder quello che volesse questa nuova gente; ma li nostri fecero loro tante carezze con segni, mostrandoli sonagli e altre cose, che uno di loro s'arrischiò smontare in un'altra rupe vicina; allora uno dell'isola Guanaha, che è vicina alla Cuba, la lingua della quale ha similitudine con la lingua degli uomini della Cuba, nutrito in corte dell'admirante, s'avicinò a costui e gli parlò, e assicurando lui e gli altri, persuadendo loro che senza paura venissero, tutti discesero e fecero grande amicizia con li nostri e gli dichiarorono che loro erano pescatori venuti a pescare per il suo re, che faceva un solenne convito ad un altro re.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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