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      Il giorno seguente l'admirante mandò altri venticinque uomini armati, alli quali similmente ordinò che con diligenzia cercassino che gente abitasse questa terra. Questi, avendo trovato non molto lontano dalla marina sopra quel lito pedate di grandi animali, pensando che fussero di leoni, impauriti si tornarono indietro per altra via; per la quale trovorono una selva d'arbori, alli quali erano appiccate vite prodotte dalla natura, cariche di grandi grappoli d'uve dolcissime, e altri arbori che avevano frutti odoratissimi e aromatici. Dell'uve seccorono alcuni grappoli, quali per mostra portoron seco, ma gli altri frutti, non potendo seccarsi, tutti si marcirono.
      Fra questi boschi in alcuni prati viddero grue in gran quantità, il doppio maggiori delle nostre. Ed essendo andati piú avanti, smontati in terra arrivorono appresso ad alcuni monti, dove in due casette trovorono un solo Indiano, il quale, condotto davanti all'admirante, con cenni delle mani e della testa mostrava che di là da certi monti lí vicini erano luoghi molto abitati; dove, stando in questo luogo li cristiani alcuni giorni, molte barche di gente del paese gli vennero a trovare, e con cenni amichevolmente gli salutavano. Con cenni dico, perché la lingua loro non era intesa, né ancora da quello Indiano il quale era famigliare dell'admirante e servivalo per interprete, e da questo manifestamente si conobbe fra gl'Indiani esser varie lingue. Pure in questo modo intesero fra terra essere uno potentissimo cacique, il quale andava vestito al modo nostro.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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